Aggiornamenti Maggio Mux Sicilia

Nel mux TELESPAZIO TV (UHF 21):

le emittenti VINTAGE RADIO TV e SICILIA 24, entrambe veicolate in HD, sono passate rispettivamente dalle vecchie numerazioni 119 e 179 alle nuove LCN 76 e 84;

è stata inserita in sovrimpressione la scritta TREMEDIA sulla LCN 111 che risulta sempre priva di denominazione;

rinominato PERSONA TV in PRIMA TV e spostato il canale dal numero 177 alla LCN 88. L’emissione risulta in alta definizione:

 
Nel mux Rai Way (UHF 32) di 2′ livello è stato inserito VINTAGE RADIO TV (LCN 76) ed eliminato SICILIA 24 (LCN 179).

Nuova composizione:

VINTAGE RADIO TV (LCN 76) [trasmette in HD]
RMK TV (LCN 80) [trasmette in HD]
TVM (LCN 83)
TFN (LCN 84) [trasmette in HD]
ALPAUNO (LCN 86)
TELESUD TRAPANI (LCN 88) [trasmette in HD]
TRC TELE RADIO CANICATTI’ (LCN 91)
Televideo Agrigento (LCN 92)
VIDEOSICILIA (LCN 93)
Tele Radio Studio 98 (LCN 95)
AGTV (LCN 97)
SICILIA TV 2 (LCN 99) [schermo nero]
TELEVALLO (LCN 115)
TELE 8 (LCN 117)
TELEIBLEA (LCN 178) [trasmette in HD]
BELLA TV (LCN 181) [trasmette in HD]
Canale 8 (LCN 184)
TV EUROPA (LCN 185)
RETECHIARA (LCN 188)
LA TR3 (LCN 211) [trasmette in HD]

 
Nel mux Rai Way (UHF 42) di 1′ livello, TELESTAR (LCN 78) ha iniziato a trasmettere in alta definizione:

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DTT. Operatori di rete locali, MIMIT pubblica Decreto direttoriale 25/05/2023. Aggiornamento indennizzi rilasci obbligatori

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-operatori-di-rete-locali-mimit-pubblica-decreto-direttoriale-25-05-2023-aggiornamento-indennizzi-rilasci-obbligatori/
 

Con decreto direttoriale del 25/05/2023, il Ministero delle imprese e del made in Italy ha approvato l’elenco degli indennizzi spettanti agli operatori di rete locali, delle integrazioni o decurtazioni rispetto ad importi già riconosciuti e delle variazioni in relazione al numero di impianti dismessi da parte di operatori di rete titolari di diritto d’uso che hanno dismesso le frequenze oggetto di rilascio obbligatorio, secondo quanto disposto nella Road map (DM 19/06/2019).

 

Il decreto e l’elenco dei beneficiari

Qui per leggere il decreto direttoriale 25/05/2023 unitamente all’Allegato – elenco beneficiari.

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Radio. DAB: la calma (apparente) prima della tempesta della pubblicazione dei bandi per l’assegnazione dei diritti d’uso ai consorzi locali

Fonte: https://www.newslinet.com/radio-dab-la-calma-apparente-prima-della-tempesta-della-pubblicazione-dei-bandi-per-lassegnazione-dei-diritti-duso-ai-consorzi-locali/
 

La calma prima della tempesta? Dopo la pubblicazione da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy dell’aggiornamento delle Linee guida sulle procedure per l’attribuzione dei diritti d’uso ai consorzi DAB locali – in verità un vero e proprio dietrofront ministeriale sulla dimensione operativa dei consorzi, come diremo di seguito – da qualche settimana tutto tace, in attesa, appunto, della pubblicazione degli avvisi per la manifestazione d’interesse a riguardo dei singoli lotti frequenziali disponibili.
Molto probabilmente, seguendo l’esperienza del refarming della banda 700 MHz, la pubblicazione avverrà a blocchi di aree tecniche, partendo da quelle dove le verifiche propedeutiche del Ministero sulle consistenze impiantistiche analogiche si sono già concluse.

 

Due approcci diversi al problema

Intanto, da parte dei consorzi di emittenti locali, si stanno registrando due tipi di approccio completamente opposti: quelli che si portano avanti confidando nel fatto che il quadro è già definito e quelli che attendono l’effettiva partenza della procedura, considerato che le modifiche delle Linee guida definitive (che quindi tanto definitive non erano) non escludono (soprattutto in occasione della pubblicazione delle FAQ) possibili nuove interpretazioni in grado di alterare orientamenti che si ritenevano consolidati, magari vanificando attività nel frattempo poste in essere.

 

Le Linee guida definitive, più definitive di prima

Partiamo intanto dall’aggiornamento delle Linee guida definitive, pubblicato nelle scorse settimane.
A riguardo, come aveva ipotizzato NL, le variazioni riguardano gli obblighi di copertura, ripristinati con l’impegno a raggiungere determinate quote di popolazione in luogo del territorio (come per i network provider televisivi) e la possibilità per un unico consorzio di concorrere all’attribuzione dei diritti d’uso in ogni area tecnica, ovviamente attraverso raggruppamenti di soci in possesso dei requisiti specifici per bacino o sub-bacino di riferimento.

 

Come per il DTT

Anche qui, l’orientamento per il consolidamento del settore radiofonico digitale si è sostanzialmente uniformato al comparto tv, dove player nazionali come EI Towers e Rai Way hanno ricevuto l’attribuzione di diritti d’uso in quasi tutte le aree tecniche del territorio nazionale.

 

La precisazione

In questo senso, pertanto, con le novellate Linee guida, sembrano essere stati privilegiati, per una questione di economia di scala, i grandi consorzi rispetto a quelli specificamente creati per ogni area tecnica, anche se la precisazione (introdotta con l’aggiornamento) secondo la quale “resta fermo per l’emittente radiofonica in ambito locale il vincolo stabilito dall’art. 3, comma 1, lett. cc) del D. Lgs. 208 dell’8 novembre 2021”, potrebbe creare qualche problema alle grandi stazioni.

 

Ambito locale

La disposizione ex art. 3 c. 1 lett. cc) D. Lgs. 208/2021, come noto, definisce «ambito locale radiofonico» “l’esercizio dell’attivita’ di radiodiffusione sonora, con irradiazione del segnale fino a una copertura massima del 50 per cento della popolazione nazionale”.

 

Superstation

Per i soggetti che operano sulla soglia di tale limite la questione potrebbe costituire una difficoltà, considerato che, mentre in FM è possibile adeguarsi (al tetto di popolazione) regolando la consistenza impiantistica in maniera quasi chirurgica (eliminando per esempio un solo diffusore FM che concorre al superamento), in DAB occorre agire su interi bacini (o sub-bacini) di utenza.

 

L’analisi

Chiarito questo punto, per approfondire il resto della questione, abbiamo quindi intervistato due consulenti di Consultmedia, primaria struttura di consulenza in ambito radiotelevisivo che sta seguendo il processo di attribuzione dei diritti d’uso, così come lo ha fatto in occasione dell’analoga istruttoria tv col refarming della banda 700 MHz.

 

La procedura di attribuzione dei diritti d’uso DAB+ ai consorzi locali

“Visto che parliamo di sensazione, quella che percepiamo nella corrispondenza quotidiana con gli editori locali raggruppati in piccoli consorzi, che si stanno informando a riguardo della procedura di assegnazione dei diritti d’uso avviata con la pubblicazione delle linee guida definitive (che hanno cristallizzato le regole fino ad ora solo ipotizzate), quando non di superficialità, è, spesso, di confusione“, sottolinea Giovanni Madaro, responsabile dell’area economico amministrativa della task force di Consultmedia che seguirà i consorzi di radio locali e ovviamente i loro soci nel processo di attribuzione delle frequenze DAB+.

 

Mancanza di consapevolezza

“Non sembra ci sia la consapevolezza dei numerosi ostacoli che si frapporranno al rilascio dei diritti d’uso definitivi. Diritti che costituiranno il futuro per la radiofonia. Spesso non percepiamo la sensazione degli editori di essere davanti ad un passaggio fondamentale nell’evoluzione radiofonica. E se questa è la loro, la nostra “sensazione” è che questo tipo di approccio non porterà a nulla di buono”.

 

3 motivi: 1

“E ciò è molto grave per tre ordini di motivi.
Il primo è che le procedure sono decisamente complesse. Più di quanto la bozza iniziale delle Linee guida sottoposta a consultazione pubblica avesse fatto trasparire.

 

3 motivi: 2

Il  secondo motivo è che il tempo a disposizione per la procedura sarà estremamente limitato, se posto a confronto con gli adempimenti richiesti.

 

3 motivi: 3

La terza ragione è che il DAB+ si affiancherà alla FM per un periodo più o meno lungo (ma non tanto quanto alcuni pensano), ma prima o poi la sostituirà per successione naturale. Salvo essere a sua volta sostituito dall’IP. Ma la coesistenza tra le tre piattaforme prima dell’avvento del vettore unico (difficilmente prima del 2030-2035) sarà indispensabile, pena la marginalizzazione di mercato”, continua Madaro.

 

Cautela e consapevolezza non percepite

“Quindi parliamo del futuro della radiofonia. Una prospettiva che dovrebbe imporre cautela e consapevolezza. Contezza che invece non percepiamo in troppi casi”, sottolinea l’economista.

 

I progetti

“I progetti radioelettrici che dovranno essere prodotti sin dall’imminente manifestazione d’interesse e che, quasi certamente, non potranno più essere modificati qualora la procedura specifica (per una data frequenza) evolvesse in competizione (cd. beauty contest, ndr), non sono qualcosa che s’improvvisa in pochi giorni”, interviene Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia che coordinerà l’Area Tecnica nelle istruttorie.

 

Ritardatari

“Eppure sento quotidianamente emittenti socie di consorzi che ancora non hanno nemmeno approcciato la questione tecnica.

 

Refarming tv docet: i pdv

La nostra esperienza nei bandi televisivi del refarming della banda 700 MHz, per i quali abbiamo partecipato in tutte le regioni per le reti di 2° livello – ed in qualche caso anche per quelle di primo – ci ha insegnato che i pdv sono una bestia difficile da domare.

 

La coperta che non dovrà essere troppo corta

E, per certi versi, nel DAB+ la bestia è ancora più difficile da controllare, tanto più che il rispetto dei pdv va bilanciato con l’obbligo di copertura del territorio che imporrà l’adozione di più impianti di minore portata singola”, continua l’ingegnere.

 

Documentazione economico-contabile e coordinamento

“I piani economico-finanziari, le certificazioni contabili, il coordinamento per la sottoscrizione di tutta la documentazione presentata dai consorzi da tutti i soci, renderanno non semplice la preparazione dell’istanza”, interviene nuovamente Madaro.

 

Attestazioni fatturato

“Proprio sulle attestazioni del fatturato da parte di professionista iscritto nell’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili stiamo rilevando le maggiori difficoltà da parte delle emittenti socie. Ciò, sia per la mancanza di specificazioni in merito alle modalità di predisposizione del documento, sia perchè molti soggetti non si avvalgono, per l’attività ordinaria, di un professionista in possesso dei requisiti prescritti dalle Linee Guida”, prosegue l’economista.

 

Sensazione di superficialità

“Per i consorzi che assistiamo ci siamo mossi per tempo, eppure stiamo facendo fatica a gestire processi così complessi. Figurarsi quindi per chi non ha ancora iniziato”, conclude il partner Consultmedia.

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Rai Way: è l’ora dei conti sul business come operatore di rete locale

Fonte: https://www.newslinet.com/rai-way-e-lora-dei-conti-sul-business-come-operatore-di-rete-locale/
 

Decidere di svolgere l’attività di operatore di rete DTT in ambito locale è stata una scelta premiante per RAI? A giudicare dalla piega che sta prendendo la questione, soprattutto nel nord Italia, più di qualche dubbio sorge. In generale, non pare che RAI (per tramite del proprio braccio tecnico-operativo Rai Way) abbia nelle proprie corde il business del trasporto di programmi terzi, vista anche la conduzione del mux nazionale DAB, deficitario in termini di diffusione e con evidente scarsa propensione all’implementazione.

 

No DAB carrier

Ma se per il DAB l’indisponibilità alla cessione di capacità trasmissiva verso l’esterno è stata palesata dai ricorsi a TAR e CdS, sul DTT la situazione è contraria: i diritti d’uso per i quali Rai Way ha concorso ai bandi ottenendo l’assegnazione erano (rectius, sono) espressamente riservati alla veicolazione di fornitori indipendenti, identificati da graduatorie di FSMA stilate dal Ministero (allora dello Sviluppo economico) a seguito di procedure competitive.

 

Scelta consapevole

Si trattava quindi di una scelta commerciale consapevole e non obbligata dal cd. must carry.

 

Rai Way

Le perplessità a riguardo dell’opportunità di Rai Way di operare come network provider puro è particolarmente evidente nel nord Italia, dove la rete di 1° livello n. 2 per la AT03 (Lombardia e Piemonte orientale) e quella di 2° livello n. 1 nella AT01 (Piemonte) sono, dalla loro attivazione, al centro di durissime contestazioni per disservizi da parte di fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) e di utenti (basta leggere i forum specializzati per farsi un’idea delle lamentele sul servizio nelle due aree tecniche).

 

Actus trium personarum

Non solo, come aveva anticipato NL, la situazione sta evolvendo in sede giudiziaria con procedimenti civili promossi dai content provider che contestano a Rai Way canoni ritenuti sproporzionati per la qualità del servizio, valutato come insufficiente a garantire il raggiungimento delle quote di popolazione fissati dai bandi per l’attribuzione dei diritti d’uso agli operatori di rete areali.

 

Anche il Piano di attribuzione delle frequenze sub judice

Procedimenti giudiziari civili – che si aggiungono a quelli avanti alla giustizia amministrativa per la controversa vicenda delle attribuzione LCN sovrapposte nel Piemonte orientale (condiviso tra le reti regionali AT03 e AT01) – che probabilmente sfrutteranno lo strumento della CTU (consulenza tecnica d’ufficio) per accertare la portata delle doglianze dei FSMA.

 

Rinunce

E, come se non bastasse, si stanno registrando diverse rinunce alla veicolazione, come desumibile dagli aggiornamenti pubblicati dalle pagine specializzate sui fornitori veicolati sulle due reti del nord Italia principalmente interessate da queste problematiche.

 

Modelli gestionali

Una situazione, quella dei mux locali, che non lascia indenne l’altro grande operatore di rete areale, EI Towers, ma non certamente nella misura che si sta registrando per Rai Way. Dalle informazioni rese a NL dai FSMA, sembra che a fare la differenza tra i due operatori sia il modus operandi.

 

EI Towers vs Rai Way

Flessibile, moderatamente reattivo e comunque generalmente disponibile al confronto (ancorché non sempre risolutivo del problema) quello di EI Towers; rigido, lento ed usualmente ed intollerabilmente ingessato quello di Rai Way, stando a quanto riferito dai FSMA sentiti da NL.

 

Way out

Certo è che dopo il compimento del primo anno di attività come operatore di rete locale DTT, Rai Way dovrà rendere conto dei risultati del proprio business sul piano sostanziale. E se questo non fosse all’altezza delle previsioni, qualcuno dovrà giustificare scelte, investimenti effettuati e modalità di gestione.

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