C’è la copertura finanziaria, dal 20 ottobre Rtv trasmette in tutta la penisola italiana sul canale 831

Fonte: https://www.sanmarinortv.sm/news/attualita-c4/c-e-la-copertura-finanziaria-dal-20-ottobre-rtv-trasmette-in-tutta-la-penisola-italiana-sul-canale-831-a213269

 

Il Direttore Generale Carlo Romeo: “Zavoli sarà contento. Un riconoscimento per chi ha lavorato e lavora ad Rtv”. Il Segretario agli Esteri Luca Beccari: “Data esecuzione all’accordo recentemente sottoscritto in materia radiotelevisiva”.

 

L’articolo 14 del decreto varato ieri dal Consiglio dei Ministri, al fine di assicurare la prosecuzione delle trasmissioni della San Marino RTV, prevede un contributo addizionale condizionato all’effettiva messa a disposizione dell’Italia, entro il 31 dicembre 2021, dei canali 7, 26, 30, 51, 12B e 12C. “Ci risulta una modifica – commenta il Segretario agli Esteri Luca Beccari – attraverso l’adozione di misure finanziarie urgenti, agli strumenti di copertura finanziaria che renderanno possibile dare esecuzione all’accordo recentemente sottoscritto fra San Marino e Italia in tema di collaborazione radiotelevisiva.
Quindi, sostanzialmente, gli oneri dell’accordo sono stati dotati di copertura finanziaria”. Dunque un via libera effettivo alla copertura finanziaria del protocollo sottoscritto a fine settembre ed un ulteriore passo verso un bacino d’utenza a livello nazionale italiano, per San Marino Rtv. “Il 20 ottobre – dichiara il Direttore Generale di San Marino Rtv Carlo Romeo – passeremo sul canale nazionale 831 ed è una navigazione durata 30 anni. Zavoli sarà contento ed il fatto di andare in nazionale è un riconoscimento per tutti quelli che hanno lavorato e lavorano ad Rtv. Quindi vuol dire essere visibili a Roma, Milano, Torino e in tutta la penisola facendo conoscere la realtà sammarinese anche dove non sempre è ben conosciuta”.

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Il paradosso dei broadcaster: per non perdere utenza col DVB-T2, la perdono col DVB-T

Fonte: https://www.newslinet.com/il-paradosso-dei-broadcaster-per-non-perdere-utenza-col-dvb-t2-la-perdono-col-dvb-t/

 

Alla fine il T2 potrebbe essere un gigantesco flop. Se non addirittura un bel regalo agli OTT dello streaming video on demand.
I broadcaster (i grandi player nazionali e le maggiori tv locali) si stanno affannando a ritardare l’avvento del formato HEVC sulla scorta dell’insufficiente numero di famiglie dotate di televisori di nuova generazione, puntando ad “innovare”, al più, con l’introduzione del preistorico formato H264. Agevolando, così, gli OTT dello svod.
La progressione del numero delle smart tv e connected tv è impressionante ed è stata puntualmente fotografata da Auditel a maggio 2021 (quindi molto recente) ed elaborata da FCP (Federazione Concessionarie Pubblicità) nel documento Advanced Tv che, coerentemente con le finalità dell’ente, l’ha applicata all’advertising. Sul punto, il grafico d’apertura è emblematico.

 

Punti di vista

In realtà la prospettiva della questione che vogliamo qui fornire è un’altra.

 

Lato famiglie

Sulla scorta della ricerca di base Auditel di maggio 2021, su un universo di 23,9 mln di famiglie televisive, 12,7 milioni erano quelle con tv connettibili (cioè associabili a dispositivi che consentono di utilizzare app e streaming video sul televisore, indipendentemente dal fatto che sia una smart TV) di cui 11 milioni effettivamente connesse. Sono, invece, 11,3 mln quelle smart tv connettibili (TV con connessione Internet integrata e piattaforma multimediale), di cui 9,2 connesse.

 

Lato apparati

A fronte di 42,3 mln di apparati tv, 17,2 erano connettibili e 15 effettivamente connessi, mentre 14,5 erano smart tv e, di queste, 12 connesse.

 

Chi acquista una smart tv, la usa

Prima considerazione: la stragrande parte di chi ha una connected tv o una smart tv, la connette effettivamente. Ciò, evidententemente, è conseguenza di un forte sviluppo delle connessioni nelle case (soprattutto a seguito della pandemia, che le ha rese indispensabili per smart working, DAD, P.A. digitale, ecc.) e dell’appeal dei contenuti fruibili via IP (altrimenti non vi sarebbe ragione di connettere una tv per fruire di contenuti già disponibili sul DTT). Chiaro che parliamo delle offerte dei servizi di streaming video on demand come Netflix, Prime Video, Disney, Rakuten, ecc.
Contenuti che, grazie alle potenzialità della rete, vengono offerti in HD e UHD.

 

Bene. Anzi, male

Il seme di un disastro – e questa è la seconda considerazione – considerato che, spostando nel tempo l’introduzione delle potenzialità del T2 nel tentativo di non perdere una quota di utenza tecnologicamente meno predisposta (si pensi solo all’assurda soluzione di introdurre il taglio della capacità trasmissiva da 1,5 MB per FSMA, tarato su mux T2/HEVC da 37 MBit/s, da utilizzare su vettori T1/H264 da 24 MBit/s), i broadcaster rischiano, viceversa, di perdere quella più evoluta. La quale, progressivamente, si fidelizzerà sui servizi OTT mondiali che solo in minima parte sono offerti dagli editori della tv tradizionale (con un modello ancora troppo dipendente dalla tv lineare).

 

La rincorsa verso il treno in corsa

Le offerte OTT di RAI e Mediaset sono infatti palesemente distanti anni luce da quelle dei superplayer dello streaming on demand. Certo, Mediaset si sta ultimamente affannando nel (vano) tentativo di recuperare il terreno perduto.

 

L’agnello che chiede ospitalità al lupo

Ma il meglio che è riuscita a fare è stato trovare spazio per il suo bouquet Infinity sulla piattaforma di Amazon (Prime Video). RAI è messa anche peggio, essendo ancora alle prese con problemi tecnici che paiono insormontabili alla sua utenza.

 

L’occasione (quasi) persa della HBBTV

Anche il vantaggio offerto dalla HBBTV, gate ideale dall’etere all’IP per garantire il connubio dei due modelli tv e grande facilitatore per una certa utenza, sembra relegato ad impieghi modesti. Tanto che, allo stato, la hybrid broadband broadcast tv sembra trovare maggiore considerazione da parte di alcuni editori radiofonici (oltretutto non nazionali) per lo sviluppo dei brand bouquet.

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DTT. Refarming banda 700 MHz: dopo conclusione AT 18, Mise pronto per l’esame delle domande FSMA per le restanti aree tecniche

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-refarming-banda-700-mhz-dopo-conclusione-at-18-mise-pronto-per-lesame-delle-domande-fsma-per-le-restanti-aree-tecniche/

 

Dopo la pubblicazione della graduatoria dei fornitori di servizi di media audiovisivi utilmente collocati nella Area Tecnica 18 (Sardegna), nelle more del relativo bando LCN (che anche in questo caso sarà un test per le altre A.T.), dovrebbe iniziare questa settimana l’esame delle domande presentate dagli FSMA nelle restanti aree tecniche italiane, presumibilmente seguendo l’ordine della road-map recentemente aggiornata.

 

Sardegna isola felice (quanto a capacità trasmissiva)

Tutto sommato, il ridotto numero di FSMA che hanno presentato domanda nell’Area Tecnica 18, non ha condotto a sofferenza di banda (addirittura è avanzata capacità trasmissiva di cui dovrà essere deciso l’impiego; circostanza su cui torneremo con separato articolo).

 

Non così altrove

Non sarà così per molte altre aree tecniche, dove il numero di domande presentate dagli FSMA entro il termine del 21/09/2021 (05/10/2021 per le Marche) non garantirà lo spazio sui mux di primo (circa 37 Mbit/s) e secondo livello (mediamente >= 20,7 Mbit/s) a tutti.

 

Aree tecniche difficili

Difficoltà potrebbero rinvenirsi in aree tecniche dove opera un numero rilevante di FSMA rispetto alle reti trasmissive assentite. E’ questo il caso di: Veneto, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna, Lazio.

 

Aree tecniche dubbie nel rapporto FSMA/reti disponibili

Per contro, appare al momento difficile da decifrare, ancorché per motivi diversi, la situazione di Lombardia, Piemonte, Liguria, Abruzzo-Molise e Basilicata, regioni dove sono presenti più reti di primo livello oppure reti di secondo livello (o ancora queste ultime pur pianificate non sono state assentite), ma a fronte di un numero di FSMA che potrebbe non essere compatibile.

 

Aree tecniche che non dovrebbero presentare problemi

Potrebbero invece non presentare particolari problemi le regioni: Toscana, Calabria, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Val d’Aosta, Trentino Alto Adige, Campania, Marche, dove le reti dovrebbero essere generalmente capienti, ancorché con reti di secondo livello non presenti in tutte le province.

 

Estendere le reti di 2° livello nelle aree critiche

Certamente, come abbiamo più volte scritto, nelle aree critiche dove sono state pianificate reti di secondo livello, dovrà necessariamente essere valutata la possibilità di estensione delle stesse, per garantire la sopravvivenza di FSMA di interesse prettamente locale, che, pur in presenza di contenuti pregevoli, non dispongono di risorse economiche sufficienti per sostenere i costi di trasporto su vettori regionali, oppure non vi troveranno spazio per la presenza di fornitori con maggior punteggio.

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DTT. Pubblicato bando per attribuzioni LCN nazionali: domande entro il 22/10/2021. Ennesima fase del processo di refarming della tv digitale

Fonte: https://www.newslinet.com/dtt-pubblicato-bando-per-attribuzioni-lcn-nazionali-domande-entro-il-22-10-2021-ennesima-fase-del-processo-di-refarming-della-tv-digitale/

 

Pubblicata l’attesa procedura per le attribuzioni LCN nazionali, cioè le numerazioni automatiche dei canali sul telecomando con riferimento ai servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro.
Con comunicazione in data 07/10/2021 sul sito istituzionale del Ministero dello Sviluppo Economico, è stato pubblicato l’Avviso Pubblico relativo alla Procedura per l’attribuzione della numerazione automatica dei canali (LCN) con riferimento ai servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro.

 

Chi può ambire alle attribuzioni LCN nazionali

Possono partecipare alla suddetta procedura tutti i soggetti già abilitati alla fornitura di servizi di media audiovisivi in tecnica digitale terrestre, anche stabiliti in uno Stato appartenente all’Unione europea o in uno Stato parte della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla televisione transfrontaliera, con riferimento ai servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro.

 

I termini (stretti)

“L’avviso pubblico stabilisce altresì che la domanda di partecipazione alla procedura per le attribuzioni LCN nazionali deve essere presentata entro 15 giorni solari dalla data di pubblicazione dell’avviso del bando di gara sul sito istituzionale alla Divisione IV della Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica di Radiodiffusione e Postali”, spiega l’avvocato Stefano Cionini, senior partner di MCL Avvocati Associati, law firm che cura in esclusiva l’Area Affari Legali di Consultmedia. “Il tutto esclusivamente tramite procedura informatizzata, cui si accede attraverso la piattaforma online predisposta dal Ministero dello Sviluppo Economico“, osserva il legale.

 

Domande entro il 22/10/2021

“Pertanto, la domanda deve essere trasmessa entro il 22/10/2021, come esplicitato nella comunicazione pubblicata sul sito istituzionale”, continua l’avv. Cionini.

 

Le regole

Si riportano di seguito le regole previste dall’art. 4 dell’Avviso Pubblico per l’attribuzione della numerazione.

 

Il caso di due fornitori che chiedono la stessa numerazione

“La prima ipotesi è quella di due o più fornitori di servizi di media digitali terrestri a diffusione nazionale che abbiano formulato richiesta per la stessa numerazione – spiega Cionini -. In questo caso la medesima è attribuita al fornitore di servizi di media che già la utilizza sulla base del piano di numerazione automatica dei canali di cui alla delibera n. 366/10/CONS”.

 

Priorità agli esercenti attuali delle attribuzioni LCN nazionali

“Nel caso invece cui la numerazione non sia già utilizzata, la stessa è assegnata al fornitore di servizi di media che ha presentato per primo la domanda di attribuzione al Ministero“, precisa il consulente.

 

Prior in tempore, potior in iure

“Nel caso di parità di data di presentazione della domanda la numerazione è assegnata al soggetto che per primo ha conseguito l’autorizzazione a FSMA.

 

Pari data

In caso di parità di data di conseguimento dell’autorizzazione, è disposto un sorteggio pubblico ai fini dell’assegnazione del relativo numero.

 

Eccedenza di domande

Infine, “qualora le domande presentate risultino superiori alla disponibilità di numeri in relazione ai singoli generi di programmazione del I arco di numerazione, il Ministero procede ad attribuire progressivamente le numerazioni dei successivi archi destinati ai servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro, sempre secondo la sequenza dei generi, a partire da quello semigeneralista”, conclude il consulente.

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